giovedì 1 febbraio 2007

La Fiera Rho-Pero, quali scenarari per il territorio?

Spenti i riflettori sull’inaugurazione del Nuovo Polo Fieristico Rho-Pero e affievolita l’eco dell’evento mediatico, sul territorio Rhodense resta l’eredità dell’enorme struttura in via di completamento.

Accorgimenti di carattere ambientale.
Il Nuovo Polo Fieristico è stato realizzato con l’intento di limitare al massimo l’impatto ambientale. Il termovalorizzatore di Silla 2 produrrà il calore necessario al riscaldamento dei padiglioni e degli edifici direzionali, limitando le emissioni inquinanti nell'aria dalla struttura. L'acqua di falda superficiale – interessata dalle infiltrazioni della raffineria – sarà utilizzata per il raffreddamento delle pompe di calore, riducendo l' impatto ambientale nullo. Con un doppio risultato: da una parte razionalizzare e risparmiare sull'impiego di acqua potabile limitando il consumo energetico, dall'altra tenere sotto controllo il livello della falda superficiale. Altro accorgimento di carattere ambientale è stato l’uso di speciali vernici “fotocatalitiche” a base di titanio che ossidano o decompongono parte degli inquinanti presenti in atmosfera o prodotti dalla combustione e li trasformano in sali minerali innocui che sono poi portati via dalla pioggia su una superficie. La superficie trattata con questa vernice è stata di oltre 100 mila metri quadri. Si calcola che questo trattamento consentirà di eliminare parte dell’inquinamento atmosferico provocato dalle auto. Infine Fiera Milano si è impegnata a destinare a parco 180 mila metri quadri all’interno del perimetro all’interno del Nuovo Polo e di piantare mille alberi. Oltreché realizzare un parco di circa 9 ettari è previsto nella zona nord-ovest del complesso.





I collegamenti per raggiungere il Nuovo Polo Fieristico.
Più articolata, con tempi più lunghi e con alcune incognite la questione delle vie di collegamento.
La metropolitana insieme agli svincoli autostradali e delle tangenziali sono le vie di collegamento più avanti nei lavori. La MM è completata con la fermata di Rho-Fiera, così come la fermata di Pero Il volto definitivo della stazione però potrà vedersi solo nel 2008, quando con la realizzazione della nuova stazione dell’alta velocità, i lavori verranno completati e le due stazioni e il parcheggio di intercambio integrati tra loro. Per rendere da subito utilizzabile il metrò da parte dei Rhodensi, l’Amministrazione ha attivato con Fiera Milano e GTM la linea 7 dell'autobus fino al Nuovo Polo Fieristico, nei pressi del metrò. Così come è stato completatto il posteggio nei pressi della Porta est che può essere utilizzato dai pendolari Rhodensi. Gli svincoli autostradali e gli accessi diretti in fiera dalle tangenziali e dalle autostrade sono stati tutti realizzati. E' possibile entrare direttamente nel Nuovo Polo Fieristico dall’autostrada dei Laghi, dalla Milano-Venezia e dalla Tangenziale Ovest.

Nuova stazione ferroviaria di Rho e TAV.
La nuova stazione ferroviaria di Rho sorgerà nei pressi del parcheggio d’interscambio, della Porta est del Nuovo Polo e di Mazzo di Rho. Sono iniziati da qualche mese i lavori sul territorio cittadino per la realizzazione della linea dei Treni ad Alta Velocità (TAV), che collegherà in 50 minuti Torino con Milano. La nuova linea ferroviaria transiterà per l’area del Parco dei Fontanili, proveniente dal territorio di Cornaredo, per poi scavalcare la Tangenziale Ovest, con un viadotto lungo oltre due chilometri e alto circa 10 metri. A seguito della TAV, tra l’altro, le ferrovie si sono impegnate a realizzare una nuova strada che collegherà via Ghisolfa con via Moscova e che sarà poi collegata a Corso Europa con una rotatoria.

La bonifica di un’area che è stata industriale fin dal XVIII secolo.
Non bisogna dimenticare che il Nuovo Polo Fieristico sorge sull'area di una ex-raffineria, dove per decenni sono transitati milioni di ettolitri di petrolio e suoi derivati. La bonifica è completata per i primi 9 metri di suolo, quanto serve per non avvelenare la gente. L´inquinamento della raffineria è arrivato fino 100 metri di profondità, e ci vorranno anni perché l´ossigeno e i batteri immessi nel terreno distruggano gli idrocarburi. Ora l´inquinamento viene tenuto sotto controllo da una barriera idraulica che intercetta e depura l´acqua di falda e costa un milione di euro l´anno solo per la gestione.
Pantanedo o Paltanedo: già “locus Pantanedo” nel secolo XIII°, il suo nome deriva da “pantano”. In una relazione del 1751 si legge “...vi era una pessima aria...”. In una guida “Da Milano al Sempione” del 1882 la zona è descritta come ricca di fontanili ed incominciarono ad essere disposti dei prati, dette marcite, in una maniera ignota altrove. Nella grande illustrazione del Lombardo-Veneto di Cesare Cantù del 1857 si dice “...Cassina del Pero in aria insalubre per le risaie e le marcite”.
La storia di Pero-Rho e quella della raffineria si intrecciano nel 1948, con la nascita della società Condor, che richiede al comune di Rho l’autorizzazione per la costruzione della raffineria a oleodotto greggio Rho-Genova in località Pantanedo. Un anno dopo l’amministrazione comunale dà il proprio assenso, e nel 1953 viene aperta la valvola che ogni giorno porterà da Genova a Rho 6000 tonnellate di olio greggio. Nel ’59 l’impianto viene ceduto alla Shell, che ne potenzia produzione e dimensioni, e nel 1961 viene inaugurato l’impianto Platforming. Nel ’62 è la volta dell’impianto Bitumi, mentre nel ’66 entra in funzione l’impianto Blending and filling per la produzione di olii lubrificanti. La raffineria di Rho diventa impianto all’avanguardia europea, e nel 1974 viene acquistata dall’ Agip-Gruppo Eni. La nuova gestione deve affrontare innumerevoli problemi, primo fra tutti quello dovuto all’emissione di prodotti inquinanti nel territorio. Per questo dal ’79 si cercano le soluzioni adatte a fronteggiare le tantissime accuse di inquinamento. Nel frattempo la Provincia di Milano inserisce la raffineria nell’elenco delle industrie più pericolose e inquinanti. All’inizio degli anni ’80 si presenta anche il problema dell’ammodernamento di alcuni impianti, divenuti obsoleti e pericolosi. Per questi e altri motivi, nella settimana compresa tra il 14 e il 19 dicembre 1992 la raffineria spegne definitivamentei suoi impianti.










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